La Lingua dei Segni non è, diversamente da come alcuni pensano, una forma abbreviata o semplificata di italiano, una mimica, un qualche codice morse o braille, un semplice alfabeto manuale o un supporto all’espressione della lingua parlata, ma una vera e propria lingua con regole grammaticali, sintattiche, morfologiche e lessicali.

Si è evoluta naturalmente, come tutte le lingue, con una struttura molto diversa dalle lingue vocali, e utilizza sia componenti cosiddette manuali (es. la “forma” che assume la mano, la posizione, il movimento) sia non-manuali, quali l’espressione facciale, la postura, ecc. Ha anche meccanismi di evoluzione e di variazione nello spazio (varianti di zona o dialetti a seconda del luogo), e rappresenta un importante strumento di trasmissione culturale.

È una lingua che viaggia dunque sul canale visivo-gestuale, integro nelle persone sorde, e ciò consente loro pari opportunità di accesso alla comunicazione.