Perché è una modalità di comunicazione che viaggia sul canale visivo, mentre la lingua parlata sfrutta il canale uditivo. I sordi non sono fluenti spontaneamente in lingua parlata quanto gli udenti, però possono esserlo in Lingua dei Segni, in modo naturale e spontaneo, infatti, per molti sordi, la lingua parlata rimane sempre una lingua straniera o seconda lingua.
La lingua dei segni consente al bambino sordo di sviluppare abilità linguistiche e intellettive prima dell’acquisizione della lingua parlata; inoltre consente all’adulto sordo di acquisire una maggiore consapevolezza della lingua vocale e dei valori della cultura di appartenenza.
Per anni si è commesso l’errore di mettere in competizione ed antitesi la lingua parlata e la lingua dei segni. È fondamentale al contrario che al bambino sordo, ma anche all’adulto, siano rese accessibili tutte le opportunità comunicative e linguistiche funzionali alla sua crescita, educazione ed autonomia personale, in una prospettiva che promuova il bilinguismo: la valorizzazione cioè sia della lingua italiana che della lingua dei segni italiana. La LIS non “uccide la parola”, ma costituisce anzi una modalità linguistica di complemento estremamente preziosa proprio quale supporto didattico alla terapia logopedica ed all’insegnamento della lingua italiana al bambino sordo.